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Cosa Nascondono le "dita gelate"

IL FENOMENO DI RAYNAUD Cause, sintomi e cure: i consigli del dottor Alessandro Di Biase, dell’équipe dell’Unità Operativa di Riabilitazione e Recupero Funzionale della Casa di Cura “Villa Verde”.
Primo piano anche sulla capilloroscopia, un esame medicoeffettuato con un dispositivosofisticato.

Approfitto della vostra rubrica per chiedere un consiglio su un problema di salute di mia madre: la punta delle dita le diventa bianca e ho letto che potr ebbe essere la sindrome di Raynaud. Come posso scoprirlo e come si cura? Grazie, Annio Greco». Nasce da questo quesito, giunto alla redazione de “Lo Jonio”, uno spunto davvero interessante per mettere a fuoco le cause di un fenomeno che interessa molte persone. Per approfondire questa problematica, “Lo Jonio” ha incontrato il dottor Alessandro Di Biase, che fa parte dell’èquipe dell’Unità di Degenza di Recupero e Riabilitazione Funzionale della Casa di Cura “Villa verde” di Taranto.

Dottor Di Biase, durante la stagione invernale in molte persone il freddo provoca delle reazioni cutanee e sensazioni di insensibilità prolungate alle estremità del corpo. Come si spiega da un punto di vista medico questo fenomeno?

«Negli ultimi anni cresce sempre più il numero di persone, soprattutto donne e giovani, che si lamentano a causa della sensazione di avere le mani fredde, ghiacciate, a volte bianche, cianotiche. Questi fenomeni si verificano soprattutto in relazione a stimoli prevalentemente termici, cioè il freddo scatena questo tipo di situazione. Ciò costituisce un motivo di allarme perché determina un’incapacità di carattere funzionale ed è esteticamente rilevante. Da un punto di vista medico questo stato è definito fenomeno di Raynaud, dal nome dello studioso che circa duecento anni fa individuò questo disturbo. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, si tratta di un fenomeno benigno, definito fenomeno primario, dovuto ad una particolare sensibilità che alcuni soggetti hanno nei confronti del freddo che sappiamo essere un vasocostrittore.Qualche volta nelle donne giovani il fenomeno deriva da stimoli di natura emotiva. La vasocostrizione determinata dal freddo può interessare anche altre zone periferiche del corpo: il naso, le orecchie, i piedi.Quando è di questa natura il fenomeno è definito primario e riguarda l’80-85% dei casi. La cura consiste nel ripararsi dal freddo o utilizzare dei farmaci che assunti stagionalmente possono migliorare questa situazione».

Questo tipo di manifestazioni può anche essere sintomo o conseguenza di una malattia?

«Nella rimanente parte dei casi, circa il 10-15%, questo fenomeno è un sintomo nell’ambito di una malattia reumatica, quindi secondario rispetto ad essa. Si tratta di malattie “autoimmuni”. Importante è la diagnosi per stabilire se si tratta di un Raynaud primario o secondario. Il medico accerta se ci sono segni di una malattia reumatologica e sottopone il paziente ad un’anamnesi per stabilire se esiste una familiarità del fenomeno.È importante raccogliere dati circa il modo ed i tempi in cui il fenomeno si manifesta. Successivamente si passa alla diagnostica strumentale: esami del sangue indirizzati in senso reumatologico. Una serie di esami di base può dare già un orientamento al medico. Oltre a ciò, si può effettuare la capillaroscopia».

Cos’è la capillaroscopia?

«Si tratta di un esame medico effettuato con un dispositivo sofisticato che si chiama videocapillaroscopio a sonda ottica con telecamera miniaturizzata che permette di ingrandire duecento volte i capillari che vengono studiati, esclusivamente a livello delle unghie delle mani, cioè della plica periungueale, la parte del corpo umano dove i capillari sono più visibili.La capillaroscopia fornisce importanti indicazioni: se i capillari si presentano normali e le analisi del sangue sono nella norma è possibile fare una diagnosi di fenomeno di Raynaud primario. Diversamente, se la capillaroscopia evidenzia alterazioni nel microcircolo accompagnate da analisi del sangue fuori dalla norma, il rischio è la presenza di una malattia reumatologica che dovrà essere approfondita da uno specialista reumatologo attraverso una serie di esami clinici. In questi casi si parla di un Fenomeno di Raynaud secondario. È importante sottolineare che tutte le persone soggette ad avere le “dita gelate” si sottopongano a questo tipo di diagnostica perché funzionale ad evidenziare la presenza di una malattia reumatica sulla quale la tempestività di intervento è fondamentale per evitare degenerazioni della stessa».

La scheda

Laureato in Medicina all’Università di Siena, il dottor Alessandro Di Biase, tarantino, 64 anni, si è specializzato in Geriatria all’Università di Bari per poi perfezionarsi in diagnostica vascolare con ecodoppler e capillaroscopia dopo i corsi svolti alla clinica reumatologica dell’Università di Ancona, dove, dal 2010, è docente. Autore di ben 22 pubblicazioni scientifiche, relatore in importanti convegni, è da anni Aiuto Primario nell’Unità di degenza di recupero e riabilitazione funzionale della Casa di Cura “Villa verde” di Taranto.

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